Multiversum magico-sapienziale

Nel periodo rinascimentale la problematizzazione in senso moderno della vita dell’uomo viene affrontata in particolare da due personalità, senza legami diretti ma con notevoli affinità tematiche, Giordano Bruno e Michel de Montaigne. Si è detto dell’eroico furore del primo, ma va aggiunto che, insieme a Montaigne, Bruno rappresenta con particolare forza ed espressività la tensione decostruttiva tipica delle epoche di trapasso: la visione della natura e del cosmo di Bruno e la visione dell’uomo e della sofferta ricerca della sapienza interpretata da Montaigne possiedono un inedito carattere polimorfico e pluricentrico sconosciuto all’epoca precedente. Montaigne, e in un certo senso anche Bruno, accetta una concezione ciclica del tempo, opponendosi a quella lineare che gerarchizza le estasi temporali di passato, presente e futuro; egli propone il passaggio dall’universo al multiverso, dove ogni punto è ad un tempo centro e circonferenza, contemporaneità e successione possono coesistere, nulla è come appare secondo le tradizionali categorie della metafisica aristotelico-tomista e lo scetticismo diventa strumento del sapere. Con questi due pensatori la svolta dell’epoca diventa palese secondo direzioni che non saranno tuttavia completamente assorbite neppure dalla stessa rivoluzione scientifica.