Tempo e racconto: Paul Ricoeur

Il tentativo di Paul Ricoeur è quello di coniugare all’interno dell’analisi del testo la prospettiva dello strutturalismo (F. de Saussure), quella della semiotica anglo-sassone (C. S. Peirce) e la visione ermeneutica (H. G. Gadamer).
La riflessione più interessante sul tema del tempo è contenuta in Temps et recit (1983-1985, tr. it. 1986-1988), un complesso ed enciclopedico viaggio intorno al rapporto tra il tempo e le forme del racconto: la via lunga scelta da Ricoeur è quella di analizzare generi letterari, posizioni teoriche e critiche per ritrovare il filo conduttore del tempo rispetto all’intreccio e alla fabula. Ricoeur sottolinea i percorsi non lineari del tempo ma sempre di-vergenti, eccedenti, ricchi di deviazioni, che caratterizzano le creazioni testuali e letterarie più importanti. Il tempo è dunque il filo rosso che permette di interpretare simboli e metafore, intesi come oggetti-eventi-testi portatori di un senso nascosto oltre quello apparente.
Il grande contributo di Ricoeur sta sul versante del tentativo di concepire l’identità del sé come un’identità narrata: solo attraverso la mediazione delle forme del raccontare - là dove il racconto è struttura di connessione degli eventi e quindi tempo – si può attivare quella dialettica dell’ipseità e della medesimezza che porta alla lunga circumnavigazione del continente-identità del sé (P. Ricoeur, Soi-même comme un autre, 1990, tr. it. 1993).