Testi di Alberto Abruzzese, Carlo Lizzani, Francesco Pettarin.
La storia di un’amicizia nata da un incontro, abbastanza casuale, tra l’autrice e un notissimo attore, il “bello” per antonomasia del cinema italiano. Una certa simpatia istintiva spinge l’autrice a chiedere a Girotti di parlare di sé. E lui accetta. L’autrice e l’attore s’incontrano, per mesi, nella casa di Girotti a Roma, settimana dopo settimana, e finiscono
per scambiarsi umori, confidenze, sensazioni. Fino all’ultimo.
Queste pagine sono “un viaggio piccolo, imperfetto” nella memoria dell’attore ma anche, naturalmente, in quella dell’autrice. E sono un atto d’amore e un omaggio a un uomo inquieto e tormentato che ha segnato sessant’anni di cinema e che è uscito di scena alla grande.