“Il narcisismo dei poeti è insopportabile”, dice Filippo La Porta (e i lettori di questo libro vedranno che ne ho fornito abbondanti prove, tutte prese dal vero). “Ma ha veramente senso emendare la poesia (e i poeti) da questa ipertrofia dell’io? Avremo forse cittadini migliori e più responsabili ma una poesia normalizzata”. Certo, se non fosse che è stata proprio l’ipertrofia a normalizzarsi, ma non verso l’alto, come una mongolfiera, bensì verso il basso, di fatto accettando che la poesia venga a occupare, nella vita culturale, lo stesso spazio che nei palinsesti televisivi viene riservato al trash.