Geoffrey Hill (1932-2016) è probabilmente il maggiore poeta inglese del secondo Novecento. La sua poesia, insignita dei premi più prestigiosi e studiata dai maggiori critici viventi (tra cui Harold Bloom, che ha definito Hill “il più intenso poeta inglese in attività”), finalmente viene offerta ai lettori italiani in un’ampia antologia. La dualità di termini quali “natura” e “rivelazione” è per Hill il terreno in cui la lingua deve dibattersi ed espiare. Jeremy Hooker ha notato: “Il suo senso della dualità – corpo e anima, bestia e angelo, apparenza e realtà, natura e rivelazione – è dostoevskiano nella sua intensità pur quando scettico dell’ordine cristiano che tuttavia la sua mente accerchia persistentemente, enfatizzando lo scontro o la fusione degli opposti insiti nell’uomo”.
Traduzione di Marco Fazzini.