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Per che obbedire?

a cura di Maria Nadotti

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Un insieme di piccole conferenze che si rivolgono ai ragazzi (dai dieci ai quindici anni) e a coloro che li accompagnano.

“Bambini o adulti, poco importa, ci viene costantemente chiesto di obbedire. E per cosa, in vista di cosa, perché? Quando obbedire ci protegge e quando invece ci intrappola? Quando obbedire ci salva dal peggio o ci priva del meglio? Obbedire ci dà spazio o ci immobilizza? Come avviene il passaggio tra l’essere costretti a obbedire (negli spazi disciplinari veri e propri) e l’essere liberi di obbedire (negli spazi che sono nostri, gli spazi “normali” del commercio e della comunicazione)?

Obbedire ciecamente. Disobbedire gratuitamente. Due modi di mettere a dormire il pensiero, di tacitare la coscienza, di non scegliere. Due automatismi deresponsabilizzanti. Partendo da qui, Didi-Huberman ri-percorre alcune tappe della storia recente. Chi era il Male assoluto all’epoca della sua infanzia? Senza alcun dubbio, Adolf Hitler. Eppure il dubbio si insinua istantaneamente, con la logica stringente e la serafica perplessità che sono proprie dei bambini: possibile che quel capo di stato abbia fatto tutto da solo? — Maria Nadotti

Sul libro

19/6/23: Le architetture dell’obbedienza. Su Didi-Huberman di Guido Mannucci su “Antinomie”
6/7/23: Georges Didi-Huberman, “Per che obbedire?” con Attilio Scarpellini su RaiRadio 3
20/7/23: Agli ordini! di Filippo La Porta su Robinson Libri de “la Repubblica”
13/9/23: Obbedire per che cosa? di Xenia Chiaramonte su “Doppiozero”

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