Roma è tra i pochi esempi nel mondo di una particolare modalità di esistenza. Non di lotta o di resistenza: troppa fatica. Bensì di quella che chiamiamo Nobiltà Open Source.
Cosa c’è intorno alle buche di Roma? Quale energia si sprigiona dalla sporcizia dei suoi marciapiedi? Da lontano incuria e degrado potrebbero confondersi. In realtà sono due universi di significato che divergono e possono generare esiti opposti. Se il degrado è un dislivello che prelude al mutamento, l’incuria è sciatteria immobile e soporifera.
Salvatore Iaconesi e Oriana Persico raccontano l’incapacità collettiva di pensare Roma come un ecosistema integrato, e riflettono su come costruire una nuova ecologia dello spazio urbano, guidata dall’arte, dalla tecnologia liberata e da un’antropologia capace di rovesciare l’apparente decadenza in una rinnovata idea di “nobiltà”, ma stavolta open source.
Dall’epica del degrado a una possibile economia della svolta fondata sulla relazione anziché sull’estrazione, dall’innovazione concepita come evento collettivo al rilancio del concetto centrale di cura: il libro ribalta tutti i luoghi comuni sulla città di Roma facendo dei suoi difetti lo spazio concavo in cui l’immaginazione di un nuovo sorprendente patto sociale prende forma.
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