Essere un pittore è sempre stato per me qualcosa di più che familiare. È come ricordare l’infanzia. È ciò che sono sempre stato: un pittore. Ma poi mi sono accorto che stavo mettendo da parte le parole, mi stavo preparando… per quando sarebbe stato possibile. –Jim Dine
L’avventura di Pinocchio, il miracolo alchemico di un pezzo di legno che prima parla e poi diventa un bambino vero, è anche una metafora della nascita e della maturazione di un artista. E il lento e duro lavoro necessario a diventare umani è la “storia” raccontata da questo libro, che propone per la prima volta in traduzione italiana l’opera poetica di Jim Dine, uno dei più celebrati artisti viventi. Esplorando simultaneamente linguaggi diversi, Dine ha usato le parole come oggetti, le ha dipinte sui muri, le ha trasformate in sculture. Nelle poesie, le parole ritrovano la loro essenzialità di segni grafici, diventano forme che aprono una dimensione della visione complementare rispetto a quella delle opere figurative.
Il libro contiene un’antologia d’autore che ripercorre l’intera esperienza poetica di Dine, e si conclude con un gruppo di poesie scritte durante i mesi del lockdown. A completare la raccolta, un glossario in cui Dine presenta i personaggi, i luoghi, i concetti ricorrenti che formano la sua mitologia personale; un dialogo della traduttrice Julia MacGibbon con l’autore; un saggio di Annalisa Rimmaudo, tra le maggiori esperte dell’opera di Dine, che aiuta a comprendere perché la poesia è per l’artista un segno imprescindibile.
Traduzione di Julia MacGibbon e Riccardo Duranti
Con un’intervista di Julia MacGibbon a Jim Dine e un saggio di Annalisa Rimmaudo