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L’artista al lavoro

Prossimità tra arte e capitalismo

tradotto da Laura Scarmoncin

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Sono interessata ad analizzare le procedure e i processi dell’arte contemporanea, a ricorrervi per richiamare l’attenzione sull’ambivalente prossimità tra arte e capitalismo, e a riaffermare l’arte attraverso la critica di tale prossimità. È qui che le mie riflessioni si intrecciano a ciò che l’arte produce nella prossimità al capitalismo. Per forza di cose, tali interrogativi devono guardare ai metodi del lavoro e della produzione artistica, e rivelare che tipo di lavoratore è l’artista e dunque quali sono le forme della sua rivolta (di lavoratore).
[…] Ciò a cui mira questo libro è affermare la pratica artistica riflettendo sulle condizioni economiche e sociali del lavoro artistico. Solo così è possibile dimostrare che a essere oggetto delle speculazioni del capitale non è l’arte in sé, ma anzitutto la vita artistica. — Bojana Kunst

L’artista al lavoro ci è arrivato tra le mani quando ancora freschissimo era il pieno politico delle mobilitazioni di artist^ e lavorat^ dello spettacolo iniziate nel 2010, nell’onda di proteste globali seguite alla crisi economica del 2008. In quel momento le politiche di austerità imponevano tagli alla spesa pubblica, all’istruzione, alla cultura, alla sanità che in Europa ricaddero con particolare violenza sui paesi del sud. Intanto, fiorivano un po’ ovunque i movimenti dei commons contro le privatizzazioni delle risorse comuni, in un’idea di autogoverno dei territori.
[…] In questo quadro, il testo di Bojana Kunst entrava in risonanza con le elaborazioni collettive sulle vite precarie, sull’autosfruttamento, sulla richiesta continua di performatività, sul lavoro d’amore. […] Penso che grazie a questa traduzione questo libro continuerà a essere un prezioso strumento di analisi, per immaginare sempre nuove pratiche di resistenza e istituzioni autonome dell’arte. — dall’introduzione di Ilenia Caleo

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