Prefazione di Paul Zumthor
La voce è la volontà di dire, è la volontà di esistere e di resistere in relazione con l’altro, nella voce ciò che non è presente diventa visibile, ciò che è un ricordo diventa un’esperienza condivisa.
La voce viene prima della parola, contiene un bisogno d’espressione che precede ogni forma culturale: l’infante non parla, ma attraverso le modulazioni della voce comunica un universo di significati. La voce, in origine, è il luogo nel quale comincia a vibrare l’intelligenza dell’universo. È suono, e quindi materia, ma materia sottilissima che si confonde con lo spirito. Costituisce nell’inconscio umano una forza originaria, primordiale. Ma è anche il medium che, nella semiosfera digitale, promette di re-incantare il mondo, parlando attraverso le nostre protesi tecnologiche.
Torna in una nuova edizione ampliata uno dei primi saggi che nel novecento ha affrontato lo studio della voce come problema filosofico e scientifico, metafisico e antropologico.
3/4/22: Il soffio primordiale che non parla ancora di Emanuele Trevi su La Lettura del “Corriere della Sera”