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Fantasmi e ombre. Roma, James Joyce e Giordano Bruno

Illustrazioni a colori di Vittorio Giacopini

Domenica 17 febbraio 1907, Roma. Joyce esce di casa in via Monte Brianzo n. 51, a un centinaio di metri dall’attuale teatro Tor di Nona, sulle rive del Tevere. Si reca a Campo de’ Fiori per assistere alla manifestazione in memoria del rogo di Giordano Bruno, il Nolano, lì arso vivo 307 anni prima. L’evento è ricordato per i suoi forti accenti anticlericali, e celebrazioni importanti si tennero anche in altre città del Regno d’Italia.

Questo libro è l’intreccio di due biografie che attraversano due altre storie, così i ricordi di Joyce che ricorda Giordano Bruno diventano i ricordi degli autori: “… nei tardi anni settanta mi portavo dietro il Dedalus di Joyce come un breviario d’empietà, un messale nero (la copia, piuttosto rovinata, nell’edizione tradotta da Pavese, la comprai nel gennaio del ’77, a 16 anni. e ancora ce l’ho con me, spaginata e un po’ lisa”.

“L’anima – è Dedalus che parla – ha una nascita lenta e buia, più misteriosa della nascita del corpo. Quando in questo paese è nata l’anima di un uomo, le vengono gettate reti per impedirle di fuggire. Tu mi parli di nazionalità, di lingua, di religione. Io cercherò di sfuggire a queste reti”.

Sul libro


23/4/21: Appuntamento a Roma per Giordano Bruno e Joyce di Giulia Villoresi su “il Venerdì” di Repubblica


10/10/22: Recensione di Mario Turco su “Libri & Cultura”

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