I versi di Giovanna Bemporad sono uno dei fenomeni più enigmatici della poesia italiana contemporanea. Ma in un caso del tutto singolare come il suo, parlare di contemporaneità è già improprio. La «musica distante» di questa poesia viene da un luogo e da un tempo indefinibili.
Con ipnotica monotonia la Bemporad tesse la sua tela con pochi fili, evoca e fissa nel giro di pochi versi situazioni atemporali da cui è lei stessa ipnotizzata. Nella noncuranza per le cose del modo attuale, si potrebbe dire che la sua è la più eroica, o meglio l’unica «poesia pura» che sia stata scritta in Italia dopo l’Ermetismo. — Alfonso Berardinelli