Nel titolo del nostro libro Adorno viene prima di Benjamin non soltanto per l’ordine alfabetico ma anche perché, persino quando, per un breve periodo giovanile, assunse nei confronti di Benjamin il ruolo di chi aveva qualcosa da imparare, del discente nei confronti del docente, Adorno si riprometteva di rimettere le cose al loro posto. Di riprendere quel sopravvento che la consapevolezza di una manifesta predominanza psicologica gli faceva ritenere conseguenziale e indiscutibile.
Come Adorno ci riuscì, o almeno si sforzò di riuscirci, prima in vita e poi in morte di Benjamin, costituisce appunto il filo rosso della nostra indagine, a cavallo tra l’orizzonte biografico e quello filosofico.
Le pagine del libro tentano di ripercorrere, come avrebbe fatto Sherlock Holmes, la traccia talvolta impercettibile, talvolta più visibile, di un inchiostro che, se guardato in trasparenza, lascia trasparire qualche fluorescenza ematica.