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Shaman showman. Alighiero e Boetti

Con interventi di Jonathan Monk e Maurizio Cattelan
“A volte lo scrivere è l’unico mezzo rimasto per abitare certi luoghi com’erano, l’unico mezzo rimasto per amare certe persone com’erano. A meno che non esista per mantenere la loro presenza anche un altro mezzo: la filiazione in arte, ovvero l’artista “plurale” inaugurato da Boetti stesso. Esiste una sua opera fatta di undici fogli colorati a biro blu, intitolata I sei sensi. Vi si possono effettivamente decrittare, nei sei primi fogli, i cinque sensi piú il sesto ovvero l’intelligenza; gli ultimi cinque rimangono muti, in perfetta monocromia, in attesa della scoperta o riscoperta di ulteriori doti sensoriali umane.
Per esempio la telepatia perduta e altre facoltà virali propizie alla propagazione dell’intelligenza, all’infiltrazione capillare dell’attività neuronale.”
Annemarie Sauzeau

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