Ecco che cos’è la scrittura: diventare poliglotti nella propria lingua madre. Lo stato nomade, piú che dall’atto del viaggiare, è definito da una presa di coscienza che sostiene il desiderio del ribaltamento delle convenzioni date: è una passione politica per il divenire, per la trasformazione o il cambiamento radicale. La carta geografica del soggetto nomade è di natura intrinsecamente transitoria, implica la necessità di scrivere e riscrivere, leggere e rileggere. Segnala i luoghi di sosta temporanea nel procedere di un percorso di ricerca teorica che si muove su un arco teso: a un estremo, il riconoscimento che le identità sono sempre mutevoli, dunque contingenti e retrospettive – quello che siamo già stati/e – e all’altro estremo il lavoro per prefigurare quelle forme del soggetto che possiamo diventare.