I ResiDante hanno piegato alcuni versi di Gabriele Frasca dalla testura fortemente formalizzata (si tratta di ballate grandi, quali quelle magnificate, per intenderci, da Guido Cavalcanti) alle sonorità proprie della canzonetta mediale (essiccata, per cosí dire, e resa quintessenziale). L’aggressività dei testi, tutti imperniati nella presentazione di un autentico circo dei mostri
(che sono, alla fin fine gli eroi del senso comune, i “mediocri” costretti a sopravvivere nelle nostre patinate culture “televisive”, insomma i “transtelegenici”), se vuole lasciarsi cogliere in una forma seducente e “orecchiabile” (le “canzonette” dei ResiDante richiamano l’immaginario rock psichedelico, da Syd Barrett a Robert Wyatt), non è certo in alcun modo per edulcorarsi quanto piuttosto per consegnarsi al pubblico in una “sostanza” memorabile.