Il caso Lombroso

Se dal numero delle edizioni si può trarre un criterio del valore o almeno del successo di un’opera, è certo che questo Genio e follia, edito ora per la quarta volta in breve giro di anni, il che non è poco ove si abbia riguardo alla sua qualità di libro scientifico e all’analfabetismo italiano, si incammina a gran passi alla celebrità. Le opere di Cesare Lombroso, seguono, nel loro sviluppo, la via tenuta dalla maestra natura per le proprie. Presentatesi, in generale, la prima volta, con brevi concetti, vigorosi, arditi, spesso anche nelle apparenze temerari e tali da sembrare piú divinati che dedotti – concetti abbigliati di fretta in qualche prolusione universitaria – le opere di Lombroso, sotto il calore della assidua meditazione e col conforto dello sperimento severo, si organizzano, si arrotondano, ingrandiscono a poco a poco, cosicché, dopo due o tre edizioni, ci ritornano innanzi nel rigoglio della perfetta salute e colle armoniche proporzioni delle cose complete. A simili lavori, pensati e ripensati, mal si addice un fuggitivo cenno di annunzio. Ma intanto consigliamo i nostri egregi lettori a procurarselo. È una lettura che può essere utile a tutti, poiché tutti hanno un grano, se non di genio, di follia: aggiungiamo che è una lettura anche dilettevolissima – e ciò per le gentili signore, avide di romanzo criminale e di cronaca ergastolina.
Carlo Dossi

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