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Gli spazi della memoria. Architettura dei cimiteri monumentali europei

Alla fine del Settecento la nuova cultura dei Lumi e le disposizioni napoleoniche fanno cessare l’uso di seppellire nelle chiese e impongono la costruzione di cimiteri fuori le mura; i municipi prendono il compito sul serio affidando le opere ai loro migliori architetti. Nel XX secolo, nonostante il progressivo diffondersi di costruzioni anonime e banali, quasi
che il cimitero non fosse piú un luogo centrale della topografia cittadina, viene costruito il Cimitero nel Bosco a Stoccolma, “Patrimonio dell’Umanità”, meta di studenti di architettura di tutto il mondo.
Ultimamente la frequenza di progetti di qualità si è diradata: la società di massa sembra incapace di lasciare segni architettonicamente importanti. Tanti cimiteri condividono cosí la sorte di molte periferie urbane.
Oggi siamo di nuovo chiamati a scegliere fra buona architettura e mediocrità, perché le occasioni che si profilano sono tante. Se fossimo nell’Ottocento sarebbero grandi avvenimenti per le città, si indirebbero concorsi, si sceglierebbero i progetti piú belli: sapremo fare lo stesso?

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