Considerare la decrescita come una condizione felice può sembrare una contraddizione, ma in realtà essa indica un nuovo sistema di valori e una prospettiva economica e produttiva finalizzata allo sviluppo di tecnologie che frenino la catastrofe ambientale causata dai processi produttivi. La decrescita non è una rinuncia, una riduzione del benessere, un ritorno al passato. Piuttosto è una scelta consapevole, un miglioramento della qualità della vita, una rispettosa attenzione per il futuro. E la sobrietà non è solo uno stile di vita, ma una guida per la ricerca scientifica. La decrescita è l’elogio dell’ozio, della lentezza e della durata. Le sirene dello sviluppo cantano alle orecchie dei popoli poveri nell’interesse dei popoli ricchi. Sono i popoli ricchi, e il meccanismo della crescita su cui sono impostate le loro economie, ad aver bisogno di un numero crescente di persone che non possano fare nient’altro che vendere e comprare per vivere, di un numero crescente di persone che abbandonino le loro specificità culturali per uniformarsi ai valori della crescita. Può sembrare un paradosso, ma non lo è: solo un’economia fondata sulla decrescita consentirà ai popoli poveri di uscire dalla miseria. Cos’è la decrescita? Un paradigma culturale per un rinascimento possibile.