Prefazione di Riccardo Luna; introduzione all’edizione italiana di Bruno Pellegrini.
La rete ha reso multidirezionale la circolazione delle idee. Produttori e consumatori tendono a coincidere nella figura del prosumer. Gli emittenti chiedono agli utenti feedback, commenti, interazioni. E le aziende chiedono ai consumatori di partecipare all’ideazione dei
prodotti. È la creatività della folla: crowdsourcing. Jeff Howe, collaboratore di “Wired”, esperto di media e di industria dell’intrattenimento, indaga l’impatto delle nuove pratiche di condivisione sui processi economici. Scoprendo che la partecipazione genera valore: la comunità, il tutto, è maggiore della somma delle sue parti. La filosofia dell’open source rende possibile il superamento dell’economia classica fondata sulla massimizzazione del profitto. Costringe le aziende a cambiare l’organizzazione
tradizionale del lavoro.
La meritocrazia totale e l’intelligenza collettiva rappresentano un’alternativa ai sistemi di produzione basati sui principi del fordismo: la simultaneità degli apporti dislocati nello spazio agisce contro la linearità della catena di montaggio.
Il potenziale “democratico” del crowdsourcing potrebbe innescare meccanismi di contagio ed estendersi oltre l’economia, influenzando la politica. Superando i limiti dell’individualismo l’umanità può superarsi, può essere piú di se stessa. Sempre che chi gestisce la transizione sia in grado di prevenirne i rischi: il rischio di erodere l’occupazione e il rischio di un livellamento medio (mediocre) dei contenuti.