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Sui proverbi

Anche se non tutti i proverbi sono proposizioni verificabili è certo che mettono in gioco meccanismi di inferenza per giungere a giudizi e a conclusioni “d’esperienza”, in condizioni di incertezza. Non sono affatto un indice di “mentalità primitiva”; sono un giudicare svelto e frugale che svolge una funzione euristica, quando teorie non ancora formalizzate e informazioni incomplete non consentono conclusioni certe. Un bricolage opportunista, concettuale e pratico che ridefinisce le situazioni e orienta senza assolutismo verso scelte e soluzioni.

I proverbi possono essere usati strategicamente per consolidare argomenti e prevalere su controdeduzioni. Danno senso ai segni manifestati usando come premesse la doxa delle esperienze accumulate e delle circostanze tipificate, ma possono introdurre riserve a deduzioni logiche sbrigative e premature. Ci sono proverbi “relativisti” che proteggono le generalizzazioni da imprevedute circostanze empiriche e altri che mettono in guardia dalle apparenze “normali” nelle condizioni estreme e singolari. — Paolo Fabbri

La tradizione del nuovo
Collana fondata da Paolo Fabbri

Le tradizioni culturali e scientifiche vanno ritracciate e reinventate: il loro senso cambia secondo le conoscenze del presente e le proiezioni nel futuro.
La tradizione del nuovo presenta i testi emergenti della tradizione semiotica, pubblicati ma da tempo non disponibili. Una nuova veste per riconoscere e ripensare scoperte e ricerche del passato prossimo sulle forme e le forze del linguaggio e del segno. E formulare nuove previsioni, retrospettive e proiettive, sui sistemi e processi di significazione.

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